Un grande lago di camicie azzurre ha riempito piazza San Pietro e via della Conciliazione sabato 13 giugno: erano gli scout dell’AGESCI accorsi da tutta Italia all’incontro con Papa Francesco. Dalla Lombardia, con macchine, pulman e treni sono arrivati in più di quattromila, che si sono sparsi nella piazza dai piedi della Basilica fino in via della Conciliazione. Per chi dal sagrato lanciava lo sguardo verso Castel Sant’Angelo, una forte emozione lo prendeva: i canti, le preghiere, i gesti e gli slogan tutto accendeva il cuore e faceva sentire tutti fratelli. Dal racconto degli scout pellegrini lombardi emergono la fatica nell’arrivare con ogni mezzo, ma la grande gioia di esserci, e soprattutto la consapevolezza di essere associazione e di aver vissuto un momento importante della loro vita scout.
“E’ l’una di notte. La stanchezza non si sente, nonostante l’ora tarda. – così racconta il viaggio verso Piazza San Pietro Giulia Scarduelli del Mantova 10 – La voglia di rimanere svegli e di non dormire è più forte della pesantezza delle palpebre. “Ma chi te lo fa fare?” Questa domanda la trovo senza senso. Alle persone che me la fanno dico che ci sono eventi che non si ripetono nella vita. E in effetti non capita tutti i giorni di andare in piazza San Pietro a Roma ad incontrare il Papa. Per di più, non capita tutti i giorni di trovarsi con altre 100 mila persone con la camicia azzurra e un fazzolettone al collo a cantare e pregare insieme al Papa. Eh no, questa è davvero un’occasione imperdibile. Un treno, che passa da Bologna alle 6.00 di mattina e che bisogna prendere a tutti i costi. Un treno che porta a Roma e che si prende una volta sola. Per questo motivo la sveglia alle 3.00 non è neppure tanto traumatica. Da Mantova, il viaggio in auto fino a Gonzaga. Da qui il pulmino fino a Bologna centrale, la ricerca del binario sui tabelloni per essere certi di prendere il treno giusto. L’adrenalina e l’energia non si fanno mancare! Il frecciarossa arriva super puntuale e noi siamo lì sul binario. Pronti. Via! Il treno sfreccia e in un batti baleno siamo a Roma Termini. L’udienza generale di Papa Francesco inizia alle 9 e sono già le 8.50. Bisogna correre in piazza San Pietro, le immagini che girano già sui social non lasciano molte speranze: un mare di camicie azzurre hanno già preso posto in piazza e la fila ai cancelli è infinita. La voglia di esserci si fa più intensa! Arriviamo di corsa al Colonnato del Bernini e ai cancelli “Non si può più entrare ragazzi, abbiamo chiuso”. Nessuna eccezione, nemmeno uno può entrare ora. A parlare, dal sagrato, in quel momento è proprio l’assistente ecclesiastico del mio CFA: Davide Brasca. A seguire anche il capo scout e la capo guida: Ferri Cormio e Birollo Rosanna. Poi l’annuncio dell’arrivo del Papa. I cori si fanno più intensi, ci accalchiamo insieme a tanti altri vicino alle transenne, tutte le teste girate verso il viale che attraverserà la papa mobile. Passano pochi minuti e dai maxi schermi compare lui: Papa Francesco è sulla papa mobile, attraversa piazza San Pietro e prosegue sul viale verso Via Conciliazione. E’ un attimo brevissimo, quello in cui vedo passare una veste bianca attorniata da guardie del corpo e una miriade di persone che si sbracciano a lanciare i fazzolettoni sul cofano della papa mobile. Il cuore esulta, cerco di scattare alcune foto, ma i fotogrammi migliori sono quelli che ho ancora stampati nella mente. Mentre Papa Francesco esalta l’operato educativo dell’ AGESCI sento che non c’è niente che possa superare la felicità e l’orgoglio di essere scout”.Gli scout mantovani erano presenti con una delegazione di oltre 300 tra capi e ragazzi. Tra loro i responsabili di zona Silvia Belnudo e Denis Remi, l’assistente don Andrea Ferraroni e i membri del comitato, insieme ai gruppi di appartenenza e alcuni assistenti ecclesiastici. Oltre alla incaricata nazionale Rover e Scolte Elena Bonetti, mantovana d’hoc, che ha avuto la possibilità di conoscere da vicino Papa Francesco e di stringergli la mano.
“Un appuntamento irrinunciabile lanciato un anno fa dal Santo Padre ai rover e svolte della route nazionale a S. Rossore, che ci ha visto “sentinelle del mattino” intraprendere la via verso S. Pietro alle 3. 30 di sabato 13 giugno. Anche il gruppo del Gonzaga1 ha voluto gridare “presenti! – ci dice Rosanna Rossi, capo clan – Ci siamo sentiti come invitati alle nozze, dove la fede si sposa con l’educare e Cristo con la nostra rotta. La folla dei giovani scout in azzurro era così tanta e festante che noi non siamo riusciti a raggiungere la piazza, ma anche i margini delle strade sono diventate piazze. L’emozione e la Valenza di incontrarsi tra noi scout con Francesco sono state energia e motivazione al nostro essere cristiani e vivere le scautismo”.“La sfida per il futuro – dicono Silvia e Dennis, responsabili Zona Mantova – sarà creare legami solidi con le parrocchie locali: l’unica via, come ha indicato Papa Francesco, affinchè l’AGESCI possa diventare sempre più strumento di dialogo e testimonianza all’interno della Chiesa e della società moderna”.
Per Gabriella Scianca del Garbagnate 1, Zona Ticino Olona “c’è qualcosa di speciale nell’ essere andati in pellegrinaggio da Papa Francesco. Speciale aver fatto vivere questa esperienza ai più piccoli dei due branchi e ai ragazzi scanzonati dei due reparti; speciale l’adesione di tutto il noviziato e buona parte del clan che si è preso cura dei ragazzi durante tutta la giornata. E uso il presente perché non è tutto finito con il ritorno a casa. Vedere piazza San Pietro trasformata in un mare azzurro, vivere l’emozione di essere un solo cuore pulsante con tutti gli altri fratelli e sorelle scout e sentirsi dire da papa Francesco che siamo una parte importante della Chiesa è qualcosa di speciale, un ricordo che ognuno di noi si porterà dentro per sempre che ci aiuterà a dare nuova energia al nostro cammino”.“L’udienza – dice Alessandro Serena rover del Lodi1 – è stato un bellissimo evento, dove sono riuscito a vedere la grande fratellanza AGESCI riunita in una sola piazza, è stato veramente emozionante essere immerso in quel mare di azzurro. L’animazione prima dell’arrivo del papa è stata divertente e ben organizzata con molti spunti di riflessione molto interessanti. In fine l’intervento del papa è stato molto toccante e diretto a ogni membro dell’associazione. Durante l’evento eravamo dietro l’obelisco quindi niente di così particolare. Io non ho salutato il papa, ma i lupetti del mio gruppo hanno fatto la bisaccia del pellegrino con all’interno dei messaggi e dei pensieri per lui”.
E dentro questa bisaccia cosa c’era? Raccontaci come è nata e cosa conteneva.
“Inizierei – dice Alessandro – premettendo che all’udienza papale ha partecipato una rappresentanza dei lupi e non il branco intero, (11 su 26) ma che le attività di preparazione al pellegrinaggio e di costruzione della bisaccia sono state proposte e portate avanti da tutto il branco. Inizialmente, seguendo le linee guida inviateci dal Nazionale, abbiamo preparato una caccia dove venivano presentati al branco il “pellegrino” ed i suoi “simboli” (ovviamente tutto attraverso un gioco per la città). In una caccia seguente abbiamo riunito il Consiglio della Rupe e, fra gli argomenti trattati, si è parlato anche del pellegrinaggio: in questa occasione il branco ha accolto con piacere la proposta di preparare una “bisaccia del pellegrino”, proponendo loro stessi di riempirla e con che cosa. Infine, il sabato del pernottamento di chiusura, i lupi si sono divisi in gruppi e ogni gruppo ha preparato qualcosa (deciso precedentemente) che descrivesse il Branco della Waingunga e l’anno scout appena trascorso: un gruppo ha tagliato e cucito la bisaccia, un altro ha fatto dei disegni e ha trascritto le preghiere per far vedere come avevamo preparato la Via Crucis, un altro ha fatto dei riassunti del libro d’oro, e poi abbiamo inserito un volantino dell’attività aperta alla cittadinanza e un nostro fazzolettone. Per concludere, durante l’udienza papale siamo riusciti a dare ad una delle guardie la nostra bisaccia ed il nostro fazzolettone”.
Dalla zona Bergamo, una autorevole voce, Anna Cremonesi, sottolinea invece come l’esperienza sia stata intensa e molto partecipata, dando anche una lettura del discorso del Papa a livello associativo.
“E’ stato di forte impatto, – dice Anna – anche se dalla piazza era molto difficile riuscire a seguire bene fin dalla fase di preparazione con la veglia organizzata dall’AGESCI. Il discorso del papa è stato molto sobrio, solo apparentemente semplice. Ha dato delle indicazioni precise, sia di conferma di quanto l’associazione si pone negli obiettivi, che di correzione del percorso intrapreso. Ha parlato soprattutto ai capi, e noi dovremo rielaborare le sue indicazioni a tutti i livelli, a partire delle comunità capi”
E concludiamo la nostra carrellata di interventi con un commento dell’evento, dal punto di vista pastorale, da parte di Don Alessandro Camadini, AE della Lombardia e con la voce riassuntiva di tutta la regione di Fedele Zamboni, Responsabile Regionale.
Per don Alessandro, l’udienza ha avuto come ingredienti la gioia, l’orgoglio, la festa, la preghiera, l’incontro, e soprattutto la fede
“I lupetti/coccinelle, gli esploratori e le guide, i rover e le scolte, – dice don Alessandro Camadini – sono stati incontrati dal Papa anche attraverso il suo sguardo coinvolgente per ciascuno e per tutti nel lungo passaggio con la papamobile in piazza S. Pietro. Il discorso rivolto a tutti, ma in modo significativo e prioritario alle Comunità Capi, esprime l’apprezzamento di Papa Francesco per l’associazione e sottolinea nella famiglia, nella spiritualità e nell’ecclesialità tre elementi sui quali continuare ad investire progettualità e azione. I commenti ricevuti sia nell’immediato post udienza, sia negli incontri dei Capi hanno espresso vivo ringraziamento e desiderio di corrispondere con rinnovato impegno alla fiducia testimoniata dal successore di Pietro e al suo invito e mandato all’associazione: “Sono certo che l’AGESCI può apportare nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società. Mi raccomando: capacità di dialogo! Fare ponti, fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri.” L’associazione non può che rispondere con convinta letizia “Ecco, siam pronti, per fare del nostro meglio nel servizio”.“Occhi sbarrati di chi non ha dormito molto – dice Fedele – partiti la sera prima, durante la notte, all’alba. Il caldo della piazza non è di quelli che pesano: lentamente si passa dal caldo al calore, quello umano! E’ lui che è capace di trasmetterlo, si anche lui con i suoi occhi altrettanto stanchi, forse di più, ma con il suo sorriso che basta a riempirti e a riaccenderti . La piazza vista dall’alto del sagrato: un mare azzurro che si entusiasma per il suo pollice all’insù’ decine di fazzolettoni che gli vengono lanciati, ma uno gli viene messo al collo: è Lombardo! Roma invasa da scout che giocano nei parchi e nelle piazze. Osservo un lupetto: sguardo malinconico al Cupolone mentre il treno parte:”Akela, quando ci torniamo a trovarlo?”. Grazie Papa Francesco! “.
Di Massimo Bacchella – incaricato alla comunicazione regionale