Ci accompagna nell’avvicinamento all’incontro con Francesco il sussidio pastorale “In questa città ho un popolo numeroso – dice il Signore”.
L’attesa della visita di Papa Francesco ci tocca personalmente e insieme nell’essere popolo, ripetendo l’invito a “rinnovare oggi stesso l’incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta” (EG 3), per essere consapevolmente popolo in cammino verso Dio. È un invito a rinforzare la dimensione dell’appartenenza al popolo in cammino.
Popolo di Dio che cammina con i passi della fede operosa di ognuno.
Popolo in cui la voce di chi non ha voce trova posto, in un ascolto dei piccoli (anagraficamente e secondo la logica delle beatitudini) che ci chiede un’attenzione educativa non occasionale e vera disponibilità a lasciar spazio al desiderio di cambiamento per un mondo migliore dei giovani (Lettera ai giovani in occasione della presentazione del documento preparatorio del XV Sinodo dei Vescovi, 13/01/2017), che ci chiede di farci poveri per i poveri.
Popolo aperto, che si muove incontro alle frontiere (che non sono solo ai margini, ma situazioni presenti in ogni territorio) per superare la logica della separazione.
Popolo alimentato da relazioni che custodiscono la dignità di ciascuno contro la tentazione dell’intimismo, contro la solitudine, la messa al margine di chi è debole o attraversa un fallimento.
Popolo che sceglie la speranza contro la paura, capace di guardare in alto sempre.
Infine, popolo pieno di gratitudine per il dono di questa visita!