Prenditi alcuni minuti in un angolo della casa. Metti davanti a te un vangelo, una croce, il fazzolettone.
Ascolto: leggo dal vangelo secondo Giovanni 20,24-31 [Tommaso e le ferite di Gesù] «Mio Signore e mio Dio!».
Rifletto: Gesù visita i suoi discepoli, ma Tommaso non c’è. Gli raccontano la gioia di aver visto il Signore, ma Tommaso è perplesso. Vuole vedere, capire. Troppo bello per essere vero, troppo facile. E Gesù risorto, paziente, torna. Torna per Tommaso e per gli altri. Ci sono nel suo corpo i fori dei chiodi. Le ferite della croce, non si possono semplicemente cancellare. Non sono state un incidente di percorso, una deviazione da cancellare in fretta. Restano. Gesù le mostra, perché ognuno possa riconoscerlo, in libertà e affidarsi a chi ha fatto della croce un trono di re. Il Signore risorto è il re della vita. Il Signore educa in libertà con il segno dei chiodi, propone e porta alla fede.
A noi, la gioia di aderire e riconoscere l’amore di Dio. Come Tommaso.
Prego: Signore, che mostri le tue piaghe di luce, che non nascondi nulla, che accompagni a comprendere, aiutami a fidarmi del tuo amore nella libertà della mia vita. Amen